Le stelle novae
March 30, 2018
Le stelle novae sono delle particolari stelle variabili, cosiddette "cataclismiche", che variano repentinamente la propria luminosità intrinseca. La causa di questa variazione è l'accumulo di idrogeno sulla superficie di una nana bianca appartenente ad un sistema binario stretto. La nana bianca sottrae materia alla compagna, che si deposita sulla sua superficie, riscaldandosi enormemente a causa dell'elevata forza di gravità della nana bianca. Quando la temperatura dell'idrogeno superficiale raggiunge un valore critico, si innescano i meccanismi propri della fusione nucleare e l'idrogeno brucia rapidamente attraverso il ciclo CNO (carbonio-azoto-ossigeno), che è anche la principale fonte di produzione di energia delle stelle massicce. Ciò provoca un rapidissimo ed intenso aumento di luminosità della stella, che può raggiungere anche le 12-13 magnitudini (circa 100.000 volte la luminosità originaria). La stella, prima invisibile, diviene quindi osservabile con binocoli ed anche, in rari casi, ad occhio nudo, meritandosi quindi a pieno titolo l'appellativo di stella "nova".
Nel secolo scorso, alcune di queste hanno addirittura eguagliato la luminosità delle stelle di prima grandezza, come nel caso della Nova Persei 1901, della Nova Puppis 1942 e della Nova Cygni 1975.
Nel 2018 due interessanti stelle novae sono apparte in cielo: la Nova Carina 2018 (vedi foto), scoperta dal sistema automatico ASASSN il 20 marzo nei pressi della Nebulosa di Eta Carinae, nel cielo australe, che ha raggiunto la 6^ magnitudine visuale; la Nova Canis Majoris 2018, scoperta dal giapponese Yuji Nakamura il 24 marzo, che ha raggiunto al massimo la 9^ magnitudine visuale.
Le stelle novae nel sito Cortinastelle
La Nova Carina 2018, ripresa attraverso il telescopio remoto di Siding Spring in Australia il 26 marzo 2018 (image by Alessandro Dimai)