La recente scoperta di un team internazionale di ricercatori, effettuata grazie ad una intensa campagna osservativa con telescopi terrestri e spaziali, che la stella Trappist-1 (una nana rossa a circa 40 anni luce da noi) ospita almeno sette pianeti, tutti di dimensioni simili alla Terra e che tre di essi si trovano nella cosiddetta “fascia abitabile” e potrebbero avere acqua liquida sulla superficie, non fa altro che suffragare quanto già molti astronomi e, prima di loro i filosofi e i liberi pensatori, sapevano già da tempo: la nostra Galassia e l'universo intero pullulano di luoghi adatti alla nascita e allo sviluppo della vita.
Come in tutte le tappe fondamentali dello sviluppo umano, un conto è pensare che una cosa esista, un'altro è prenderne consapevolezza. E la scoperta di questi esopianeti così vicini (si fa per dire) al nostro e, prima di loro quella dell'esopianeta di taglia terrestre scoperto attorno alla nana rossa Proxima Centauri (la più vicina al Sole a 4,2 a.l. di distanza), sono la cosiddetta "prova definitiva" che la fuori ci sono altri mondi come il nostro.
E' curioso, ma non troppo, notare come la maggior parte degli esopianeti di taglia minore sia stata scoperta attorno a stelle nane rosse, che tra tutte le tipologie stellari sono le più diffuse, ma anche le più difficili da osservare nella Galassia. Ce n'è un'infinità ancora da scoprire e molte di queste si trovano sicuramente nelle vicinanze del Sole, forse addirittura più vicine della stessa Proxima Centauri, come ha evidenziato nella sua recente ricerca l'astrofilo Vittorio Goretti (purtroppo scomparso nel luglio 2016).
Come si suol dire: "restate sintonizzati", certamente nei prossimi mesi ed anni ne vedremo delle belle, ora che il "Vaso di Pandora" è stato rotto.
Le stelle vicine: la ricerca (e le straordinarie scoperte) di Vittorio Goretti
rappresentazione artistica della superficie di uno degli esopianeti di Trappist-1