Nel bel mezzo della Via Lattea invernale, all'interno della debole costellazione dell'Unicorno (Monoceros), si trova uno dei più belli esempi di nebulosa diffusa di idrogeno ionizzato di tutto il cielo: si tratta della famosa Nebulosa Rosetta (sigla NGC2237-2238-2246). Fu individuata per la prima volta solamente alla metà dell'800, mentre l'ammasso centrale, più brillante, fu notato già alla fine del '700 dall'astronomo inglese William Herschel.
La distanza di questo oggetto dal sistema solare è stimata in circa 5.200 a.l., circa 4 volte la distanza della vicina Nebulosa di Orione. Rispetto a quest'ultima, però, è molto più estesa; si calcola che le dimensioni reali superino i 100 a.l. Al centro della nebulosa, dalla forma vagamente rotondeggiante, è visibile un "buco", cioè uno spazio privo di gas, occupato, appunto, dal giovane ammasso di stelle azzurre (NGC2244), formatosi di recente dalla contrazione dell'idrogeno. La nebulosa Rosetta appare evidente soprattutto in fotografia, ricca di delicate sfumature rosse e azzurrognole e disseminata da sottili striature scure di polvere interstellare.
Il nome della nebulosa deriva dalla sua struttura a forma di bocciolo di rosa, al cui centro si trova il giovane ammasso NGC2244.
La Nebulosa Rosetta fotografata all'Osservatorio del Col Drusciè (foto AAC)